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Find Your Why: il potere di ricordare chi sei

La parte più vera di noi parla con voce di bambino

Nel silenzio potente del pomeriggio, qualcosa si è sciolto.
Dopo l’introspezione profonda della mattina, il secondo tempo della giornata si è aperto come un varco emotivo.

Uno spazio in cui il “sé adulto” ha lasciato la parola al “sé bambino”, e il risultato è stato qualcosa di più che una sessione formativa: è stata una chiamata al cuore.


Indice dell’articolo

Tornare alla parte più fragile. E più forte.

Molti partecipanti, nel parlare di sé, si sono rivolti a quella parte interna che spesso viene soffocata dal dovere, dal ruolo, dall’età: il sé bambino.
Un dialogo immaginario, ma reale, capace di sbloccare verità profonde:

“Vola, bambina mia. Ce la puoi fare.”
“Innamorati di te. Poi della vita. Poi degli altri.”

Attraverso queste parole, ognuno ha cominciato a guardarsi con occhi nuovi.
Non quelli del giudice interiore. Ma quelli di chi ama senza condizioni.


Sacrificio o modello?

Un momento cruciale è stato il confronto su una domanda apparentemente semplice:

“Cosa sto insegnando a chi mi guarda?”

Molti adulti si sacrificano per amore dei figli, o per non deludere. Ma cosa imparano i figli da un genitore che tollera tutto, che rinuncia a sé stesso?

“Il sacrificio non sempre è amore. A volte è il messaggio opposto di ciò che vorremmo lasciare.”

E così, uno dopo l’altro, i partecipanti hanno cominciato a chiedersi:
“Che modello sto diventando?”


Obiettivo, mezzo e scopo

Nel cuore dell’incontro è emersa una verità sottile e potente:

La serenità non è lo scopo. È il mezzo attraverso cui realizzi il tuo perché.

Questa frase ha acceso confronti profondi.
Molti pensavano che la tranquillità fosse la destinazione. Invece, è l’humus. La condizione da cui nasce la chiarezza.

Da qui è riemersa la domanda centrale di tutto il percorso:

“Qual è il tuo WHY?”
Non il tuo lavoro. Non il tuo titolo. Ma il motivo per cui ti alzi la mattina e ti senti vivo.


Non specializzarti. Integrati.

Un altro tema potente è stato quello dell’unicità.
Non come perfezione, ma come combinazione di talenti.
Non siamo nati per fare una cosa sola.

Siamo un “minestrone” prezioso di esperienze, passioni, intuizioni.
E mettere insieme tutto questo è ciò che ci rende irripetibili.


Azione, crescita, bellezza

La seconda parte della giornata ha portato anche a una nuova presa di coscienza:

Invecchiare è lasciare che la vita ti viva.
Crescere è scegliere di viverla, ogni giorno.

Il gruppo ha scoperto la forza della consistency, del passo dopo passo, dell’autostima costruita come colonna portante.

Il concetto giapponese di Kaizen ha trovato spazio tra riflessioni, sorrisi e occhi lucidi:

“Imparare ogni giorno qualcosa di nuovo. Senza fretta. Ma senza sosta.”

Find Your Why: il potere di ricordare chi sei

L’eco più forte? La bellezza.

Come filo rosso di tutta la sessione, è emersa una parola tanto semplice quanto rivoluzionaria: bellezza.
Non quella estetica, ma quella che ci fa sentire vivi.

“Quando trovi ciò che ti emoziona, stai trovando il tuo scopo.”

L’allenamento alla bellezza non è un lusso. È una necessità evolutiva.
È ciò che ci tiene accesi.
È ciò che fa vibrare il corpo.
È ciò che ci dice: “Tu sei vivo.”


Il puzzle del proprio WHY

Si è parlato di parole calde, di canali percettivi, di biochimica della gratificazione, di diari di bordo e di scelte consapevoli.

Non come tecniche. Ma come strumenti per unire i puntini.
Ogni punto è una parte di sé che chiede di essere vista, amata, vissuta.

Find Your Why: il potere di ricordare chi sei

L’invito che resta

Il pomeriggio si è chiuso con una verità semplice e potente:

“Successo è quello che accade.
Fulfillment è ciò che resta.”


Il percorso è iniziato. Ma puoi ancora unirti.

Find Your Why è un viaggio di 12 mesi.
Ogni modulo è recuperabile.
Ogni partenza è valida, se arriva dal cuore.

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e scopri come puoi ancora salire a bordo.

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